Frutta lontano dal pasto. Quale la verità?
Frutta lontano dal pasto. Quale la verità?
Nella nostra tradizione, la frutta è stata sempre servita e consumata al termine del pasto, e non ci sono valide
motivazioni per dover modificare tale comportamento.
Tuttavia, è vero che
1- se consumata a fine pasto, si troverà mescolata assieme ad altri alimenti, per la cui digestione servono enzimi e succhi gastrici differenti
2-essendo ricca di fibra conferisce sazietà (soprattutto se il pasto è già stato abbondante)
Il risultato è che la frutta potrebbe rallentare la digestione, fermentare e dare una sgradevole sensazione di pesantezza (ma la colpa non è della frutta, ma di quello che avete mangiato prima!)
Ecco quindi che a volte, è preferibile assumerla lontano dai pasti.
Per chi (e sono in molti) non ha problemi reali di disbiosi intestinale (e di conseguente gonfiore addominale), se la frutta possa o non possa rappresentare la fine di un pasto, è una pura questione di gusto e di piacere personale.
In alcune particolari condizioni invece, si consiglia proprio di consumare la frutta alla fine del pasto:
-per chi non ha tempo di fare gli spuntini e rischia di assumere per questo poca frutta (e quindi poche vitamine idrosolubili e fito-complessi antiossidanti ad azione antitumorale).
-per chi soffre di carenza di ferro e anemia sideropenia. La vitamina C contenuta nella frutta, specie in KIWI e AGRUMI, aumenta la biodisponibilità del ferro
-per chi ama la frutta, e sente che il pasto non sia concluso senza di questa. Tuttavia, non superare la quantità di un frutto grande o due piccoli e non eccedere con le quantità dei carboidrati totali del pasto (pasta+pane+patate+frutta).
Mangiare un frutto come spuntino (quindi lontano dai pasti) può essere invece una soluzione facile e sana per spezzare la fame (senza appesantirsi ed evitando merendine e cibo spazzatura!) ed evitare di arrivare con troppo appetito ai pasti.